Digitalizzazione della Pubblicazione Amministrazione. Le prospettive, tra nazionale e locale

di Celestina Valeria De Tommaso e Franca Maino

La digitalizzazione della Pubblica Amministrazione (PA) comprende l’insieme delle azioni volte a migliorare gli aspetti di infrastruttura digitale, spingendo la migrazione al cloud delle amministrazioni, accelerando l’interoperabilità tra gli enti pubblici, snellendo le procedure secondo il principio once only (secondo cui le PA non chiedono a cittadini e imprese informazioni già fornite in precedenza) e rafforzando le difese di cybersecurity. Inoltre, il termine si riferisce all’estensione dei servizi ai cittadini, migliorandone l’accessibilità e adeguando i processi delle Amministrazioni Centrali agli standard condivisi da tutti gli Stati Membri dell’Unione Europea.

Rispetto al caso italiano, le maggiori difficoltà rilevate nella transizione digitale delle PA riguardano l’accesso ai servizi internet a banda larga (l’infrastrutturazione) e le competenze IT dei dipendenti pubblici. A seguito di stringenti misure di austerità promosse negli anni successivi alla crisi finanziaria del 2008, il blocco delle assunzioni di nuovo personale e l’impossibilità di destinare degli investimenti adeguati hanno comportato il rallentamento del processo di digitalizzazione nella PA. Questa transizione è tuttavia un’esigenza ineludibile, sia per favorire la semplificazione, che l’intercomunicabilità e la crescita della macchina amministrativa italiana. In effetti, la digitalizzazione della PA non riguarda esclusivamente i suoi funzionari: al contrario, l’innovazione riguarda anche i cittadini, ovvero i beneficiari dei servizi pubblici, e l’utilizzo dei dispositivi pubblici digitali.

 

L’indice di digitalizzazione in Italia

Il Rapporto DESI – Digital Economy and Society Index è il Rapporto della Commissione Europea sui dati relativi al capitale umano, la connettività, l’integrazione delle tecnologie digitali nei Paesi europei. A livello europeo, si osserva che durante la pandemia da Covid-19, gli Stati Membri sono riusciti a compiere dei progressi negli sforzi di digitalizzazione, senza riuscire a colmare pienamente alcune lacune in termini di competenze digitali, trasformazione digitale delle piccole e medie imprese, l’introduzione di reti 5G avanzate.

A livello nazionale, il Rapporto DESI (2022) colloca l’Italia al 18º posto fra i 27 Stati membri dell’UE. Nonostante negli ultimi anni l’Italia abbia sostanzialmente migliorato i propri punteggi, in particolare grazie all’istituzione di un Ministero per l’Innovazione tecnologica e la transizione digitale, il nostro Paese è chiamato ad adottare misure strategiche che aiutino ad accelerare il processo di digitalizzazione, anche grazie al contributo del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (di cui parleremo dopo nell’articolo).  Qual è la situazione in Italia? Negli ultimi cinque anni, dal 2017 al 2022, l’indice di digitalizzazione dell’Italia è passato da 28,2 a 49,3 registrando un progresso, il più consistente, tra tutti i paesi UE. Tuttavia, questo punteggio resta inferiore alla media europea (52,3). In generale, l’Italia registra un buon livello di connettività (nello specifico, sono rilevanti i progressi nella copertura 5G e banda larga veloce) e un avanzamento nell’integrazione delle tecnologie digitali (elevata la diffusione di fatturazione elettronica e servizi cloud, ancora deboli l’utilizzo di big data e intelligenza artificiale e la diffusione dell’e-commerce). Resta tuttavia sotto la media europea per lo stato del capitale umano e dei servizi pubblici digitali: si riscontra, infatti, un ritardo nelle competenze digitali di base e nei laureati in Information and and Communication Technologies (ICT) così come nell’offerta di servizi

pubblici digitali per i cittadini. Si esplicitano di seguito i risultati relativi a questi due punti: le competenze ICT e l’offerta di servizi pubblici digitali.

In relazione alle competenze ICT, solo il 46% della popolazione residente possiede competenze digitali di base (54% la media UE). Questo gap si riduce solo se si considerano le competenze digitali superiori a quelle di base (23% vs 26% in UE). La quota di laureati nel settore resta molto bassa: solo l’1,4% dei laureati italiani sceglie discipline ICT e rappresenta il dato più basso dell’UE. Nel mercato del lavoro, la percentuale di specialisti ICT è pari al 3,8% dell’occupazione totale, ancora al di sotto della media UE (4,5%). Le donne, invece, rappresentano il 16% del totale (rispetto a una media UE del 19%).

Quanto ai servizi pubblici, l’Italia si posiziona 19esima in ambito digitalizzazione della PA, con un punteggio pari a 58,5, al di sotto della media UE (67,3). Solo il 40% degli utenti italiani utilizza i servizi pubblici digitali, un dato ben al di sotto della media UE (pari al 65%). I risultati migliori riguardano gli open data (i dati a disposizione per la consultazione da parte dei cittadini), raggiungendo una percentuale del 92% (81% la media UE). In una scala da 0 a 100, l’Italia si colloca in una fascia intermedia (compresa tra 80 e 60) per il numero di servizi pubblici rivolti ai cittadini che sono garantiti anche online (Figura 1). Romania, Grecia, Cipro, Polonia e Bulgaria hanno raggiunto un punteggio inferiore a 60 punti.

Questi dati sono riferiti al 2021 e non riflettono i (potenziali) effetti che potranno avere le risorse stanziate dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Questo è l’argomento della prossima sezione.

 

Le risorse e le opportunità nazionali: il PNRR e la Legge di Bilancio 2023

Il PNRR dedica uno spazio rilevante alla transizione digitale delle PA. Digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella PA è la prima delle tre componenti della Missione 1 su “Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura”. Le linee di intervento della Missione 1 si sviluppano attorno a tre componenti progettuali: digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella PA; digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo; turismo e cultura 4.0.La Missione 1 ha come obiettivo generale “l’innovazione del Paese in chiave digitale, grazie alla quale innescare un vero e proprio cambiamento strutturale” e investe in alcuni ampi settori di intervento: digitalizzazione e modernizzazione della pubblica amministrazione, riforma della giustizia, innovazione del sistema produttivo, realizzazione della banda larga, e investimento sul patrimonio turistico e culturale. Le risorse complessivamente destinate alla Missione 1 sono pari a 40,32 miliardi di euro, cui si aggiungono 0,8 miliardi del React-EU e 8,74 miliardi del Fondo complementare per complessivi 49,86 miliardi di euro. La prima componente della Missione 1, che riguarda digitalizzazione, innovazione e sicurezza della PA, è articolata in tre settori di intervento: digitalizzazione della PA; modernizzazione della PA; innovazione organizzativa della giustizia. Lo stanziamento complessivo per gli interventi previsti da questa componente è pari a 11,75 miliardi di euro distribuiti in 7 investimenti e 3 riforme. Con riferimento alla prima Componente, “Digitalizzazione della PA”, le risorse previste dal PNRR nell’alveo sono riassunte nella Tabella 1.

Tabella 1. Risorse previste dalla Missione 1 per la Componente 1 “Digitalizzazione della PA”

Ambiti di intervento Dotazione finanziaria destinata

(in mln di euro)

Investimento 1.1. Infrastrutture digitali 900
Investimento 1.2. Migrazioni in cloud 1.000
Investimento 1.3. Dati e interoperabilità 646
Investimento 1.4. Servizi digitali e cittadinanza digitale 2.013
Investimento 1.5. Cybersecurity 623
Investimento 1.6. Digitalizzazioni grandi PA centrali 611
Investimento 1.7. Competenze digitali di base 195
Riforma 1.1. Processo di acquisto ICT
Riforma 1.2. Supporto alla trasformazione della PA locale 160
Riforma 1.3. Linee guida cloud first e interoperabilità
Totale 6.145

Fonte: elaborazione delle autrici su PNRR.

La digitalizzazione è uno dei temi trasversali del Piano che ricorrono anche nelle altre missioni coinvolgendo diversi settori: la scuola nei suoi programmi didattici, nelle competenze di docenti e studenti, nelle sue funzioni amministrative, nei suoi edifici (Missioni 2 e 4); la sanità nelle infrastrutture ospedaliere, nei dispositivi medici, nelle competenze e nell’aggiornamento del personale (Missioni 5 e 6); l’aggiornamento tecnologico nell’agricoltura, nei processi industriali e nel settore terziario (Missioni 2 e 3). E’ utile però evidenziare che, su indicazione del Recovery and Resiliency Facility (lo strumento europeo da cui deriva il PNRR), ogni Stato Membro deve destinare almeno il 20% delle risorse del Piano alla transizione ecologica. L’allocazione prevista dall’Italia si aggira attorno al 25% del totale delle dotazioni finanziarie previste nel Piano. La Figura 2 riassume la quota percentuale di risorse finanziarie (sul totale di quelle previste) dagli Stati Membri europei nei rispettivi Piani nazionali (Figura 2).

Quanto alla Legge di Bilancio 2023, la digitalizzazione è abbastanza assente, testimoniando la scarsa attenzione verso i temi dei progetti del Governo. Ad esempio, il piano Transizione 4.0 o il rinnovo del credito d’imposta per la Formazione 4.0. Riguardo il digitale, l’unica misura introdotta riguarda un fondo da 75 milioni per la digitalizzazione dell’agricoltura e il rifinanziamento dei contratti di sviluppo. Il Fondo, istituito nello stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico, sostiene gli investimenti innovativi delle imprese agricole, destinato a favorire gli investimenti in beni materiali strumentali nuovi da parte delle imprese agricole. E’ allora fondamentale, per proseguire sulla strada dello sviluppo tecnologico, dare seguito alle indicazioni previste dal PNRR, tenendo conto della posizione comparata dell’Italia rispetto ad altri Stati Membri.

 

La transizione digitale nel Biellese

Come si stanno muovendo i territori? Aldilà delle indicazioni europee e nazionali, i territori sono i protagonisti dell’attuazione delle misure. L’Osservatorio Territoriale del Biellese non raccoglie dati specifici riguardo l’infrastrutturazione digitale nella Provincia. In effetti, i soli dati open access e inseriti nel Rapporto annuale sono l’indice di trasformazione digitale dei Comuni e l’accesso ai servizi di connettività veloce. Il primo dato si tratta di un indice sintetico promosso dal Forum PA e basato su 8 indicatori (accessibilità̀ online dei servizi pubblici, disponibilità̀ di app di pubblica utilità̀, adozione delle piattaforme digitali, utilizzo dei social media, rilascio degli open data, trasparenza, implementazione di reti wifi pubbliche e tecnologie di rete intelligenti). Nel 2020, il valore attribuito al Biellese era di 387,21 (520,94 in Piemonte), collocando il territorio al di sotto della media piemontese (Figura 3).

Quanto all’accesso ai servizi di connettività veloce, la banda larga FTTH (la fibra ottica per l’internet veloce presso casa degli utenti) è presente nel 7,5% degli edifici del Biellese, mentre la banda ultra larga (i cavi stradali da cui si dipanano i collegamenti che conducono alle singole abitazioni e che, quindi, offre prestazioni migliori rispetto alla banda larga) è presente nel 39% degli edifici. Entrambi i valori sono al di sotto della media delle altre province piemontesi che, rispettivamente, riportano il 21,3% per la banda larga e il 46,5% per la banda ultra larga.

 

Si tratta di due dati evocativi e che richiamano l’importanza di investire sull’attuazione di misure che consentano lo sviluppo tecnologico, a favore della cittadinanza (i servizi pubblici) e dei singoli individui (internet a casa). E’ chiaro che con i soli due dati citati non è possibile ricostruire il quadro attuale dello status di avanzamento della transizione digitale in Provincia di Biella. I due indici restituiscono un’immagine parziale, in evoluzione, che negli ultimi anni si è arricchita di numerose iniziative locali in supporto al passaggio verso la trasformazione digitale. Di seguito, ve ne raccontiamo alcune.

Sul piano regionale, per supportare la digitalizzazione – nell’alveo del ​​Programma d’azione “Piemonte Digitale 2030”, lanciato a giugno 2022 – la Regione si è posta l’obiettivo di accompagnare i Comuni piemontesi nell’accesso ai fondi e ai progetti per la trasformazione digitale, a partire dai bandi del PNRR attualmente aperti. La Regione Piemonte ha introdotto una task force, composta da professionisti ed esperti di CSI Piemonte e Torino Wireless, dedicata a fornire alle amministrazioni territoriali un servizio puntuale e dedicato di assistenza progettuale e procedurale, senza alcun onere per l’ente che richiede il supporto. L’obiettivo è il supporto degli Enti Locali nella gestione della domanda di voucher per la digitalizzazione, favorendo l’adozione di soluzioni coerenti con la normativa e gli standard nazionali, anche avvalendosi di infrastrutture, piattaforme e servizi che costituiscono l’architettura del sistema informativo regionale.

Nel caso specifico della Provincia di Biella sono già presenti iniziative consortili volte a facilitare la digitalizzazione dei processi amministrativi. L’Agenda Digitale Biella è lo strumento lanciato da un consorzio pubblico-privato che rappresenta gran parte del territorio[1]. Si tratta di una Public Utility per la trasformazione digitale del territorio Biellese in cui visione, servizi, obiettivi, ruoli e quadro delle risorse conferite sono riportate in un business plan (2021-2023) – un vero e proprio piano integrato – che i partner si impegnano ad aggiornare annualmente, rendere pubblico e attuare secondo un principio di responsabilità basata su proprie capacità, abilità e accountability. Ciascun partner fornisce un apporto finanziario, in termini di risorse umane e strumentali, secondo le rispettive possibilità e competenze intervenendo nelle azioni tematiche di interesse per realizzare dei servizi al territorio. Nell’alveo dell’Agenda Digitale Biella, i Partner hanno sottoscritto un accordo quadro (“Il Patto del Battistero 2.1.”) per l’attuazione degli obiettivi dell’Agenda (2021-2026).

Tra le iniziative promosse, e che riguardano direttamente l’ente pubblico, nel 2020 l’Agenda Digitale ha promosso due incontri online – in collaborazione tra i partner Agenzia Piemonte Lavoro, Camera di Commercio di Biella e Vercelli e Provincia di Biella – per fare conoscere i servizi digitali già attivi, quelli in progettazione e quelli da immaginare e creare. Inoltre, più recentemente, l’iniziativa #SPIDinComune si è posta l’obiettivo di trasformare una larga parte degli URP comunali in punti di rilascio delle credenziali SPID, accompagnando gli enti locali in identity provider. E le iniziative appena citate sono inserite in un quadro di azione strutturato e regolamentato, promosso dalla Provincia di Biella. Infatti, il “Piano di transizione al digitale della Provincia di Biella” (PTD) 2021-2023 esprime lo stato di digitalizzazione in essere e delinea la programmazione triennale nella quale Provincia di Biella si impegna nel rilevante processo di innovazione tecnologica. Tra gli obiettivi del Piano, in ottemperanza alle strategie nazionali di riforma della PA, ci sono: a) lo snellimento dei procedimenti amministrativi, ricorrendo alla reingegnerizzazione dei processi della PA (al fine di aumentarne la trasparenza, la tracciabilità̀ e la digitalizzazione); la fornitura di servizi digitali che vanno incontro alle diverse esigenze delle persone (in particolare degli anziani e delle persone con disabilità) e che permettono a cittadini e imprese di accedere facilmente ai servizi; la garanzia dell’equità di trattamento dei cittadini e una capacità di accesso alla rete uniformemente distribuita attraverso la diffusione dell’uso di tecnologie, dell’identità̀ digitale, del domicilio digitale, dei pagamenti con le modalità̀ informatiche e della comunicazione mediante le tecnologie dell’informatizzazione.

Quelle appena raccontate sono solo alcune delle iniziative locali che – a fronte anche degli ingenti investimenti del PNRR – riguardano il passaggio verso il digitale. Si citano, in aggiunta, il Digital Kit creato da CNA Biella (per supportare piccole e medie imprese per migliorare la propria comunicazione digitale) oppure l’impegno dell’Unione Industriale del Biellese nella divulgazione di canali formativi e informativi sulle stesse tematiche.

 

Riflessioni conclusive

Il processo di transizione digitale si pone l’obiettivo di realizzare un’amministrazione (sempre più) digitale, aperta e inclusiva, che possa offrire servizi pubblici digitali, immediati, di facile utilizzo, sicuri e di qualità. L’obiettivo è inoltre garantire una relazione trasparente e aperta con i cittadini: l’ottimizzazione della gestione dei processi amministrativi è strumentale a migliorarne la loro accessibilità, da parte dei cittadini, garantendo efficacia, efficienza e riducendo il rischio di inadempienze normative. La digitalizzazione è una delle principali sfide strategiche per il nostro Paese e, inevitabilmente, per gli enti locali. Non è un caso che la digitalizzazione è presente, direttamente o indirettamente, in tutte le Missioni del PNRR.

Rispetto al PNRR, il problema trasversale a tutti gli enti locali italiani è la necessità di investire una quantità enorme di risorse in tempi ristretti. E’ una sfida che può essere affrontata attraverso la collaborazione (il consolidamento di reti multiattore), il monitoraggio costante (e una proficua raccolta dei dati, come nel caso di OsservaBiella), la cooperazione strategica e reiterata tra pubblico e privato. E’ dunque importante, da parte di Regioni e Comuni, dotarsi di piani di monitoraggio interni per garantire la coesione territoriale, integrare le attività di advisory a supporto degli enti pubblici locali, garantire uniformità nelle risposte e nei canali di formazione per le nuove competenze.

[1] ADBiellese – associazione di promozione sociale, ASCOM, ASL Biella, Banca Sella, Bonprix, Camera di Commercio Monte Rosa Laghi Alto Piemonte, CNA Biella, Comune di Bioglio, Comune di Cavaglià, Comune di Gaglianico, Comune di Valdilana, Comune di Vigliano, Confartigianato Biella, Confesercenti del Biellese, Ener.bit, Filo Da Tessere – Consorzio Sociale, Fondazione Cassa di Risparmio di Biella, Fondazione Pistoletto – Città dell’Arte, Fondazione Tempia, Mondoffice, Orsoblu – Cooperativa Sociale, Provincia di Biella, Scuole Biellesi in rete.

 

Riferimenti

Agenda Digitale Biella, https://www.agendadigitale.biella.it/.

Camera dei Deputati (2022), La transizione digitale della pubblica amministrazione, pagina web aggiornata al 28 ottobre 2022.

Commissione Europea (2022), Rapporto sull’Indice dell’economia e della società digitali, Rapporto di ricerca.

Piemonte Digitale 2030, https://www.regione.piemonte.it/web/temi/fondi-progetti-europei/fondo-europeo-sviluppo-regionale-fesr/programmazione-2014-2020/pa-piemontese-protagonista-della-transizione-digitale-grazie-al-programma-piemonte-digitale-2030.